Approfondimenti e spunti per far crescere il tuo business.
Dal 9 al 13 maggio, a Torino, è andata in scena la 32sima Edizione del Salone Internazionale del Libro sotto la direzione di Nicola Lagioia, nell’ampio spazio di Lingotto Fiere. Un evento diventato ormai un emblema del mondo culturale e dell’industria editoriale.
Il progetto è il risultato dell’impegno di Associazione Torino, la Città del Libro e Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, e di MiBAC Centro per il libro e la lettura, Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, Italian Trade Agency ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Fondazione Sicilia e Fondazione con il Sud. Con il riconoscimento della Direzione Generale Cinema del Ministero dei beni e delle attività culturali.
Il tema su cui si è sviluppato l’evento è stato “Il Gioco del Mondo”, chiaro riferimento all’opera magna di Julio Cortàzar, “Rayuela”. Riferimento che un po’ vuole dare al visitatore la stessa libertà del lettore di Cortàzar (ovvero quella di poter saltare e muoversi all’interno dell’opera, quindi dell’evento, in modo libero e rivoluzionario), e dall’altra strizza l’occhio all’eclettica del sistema mondo. Così la 32sima edizione diventa un dedalo di stand e incontri, occasioni ghiotte per visionare il macrocosmo dell’editoria dall’interno, grazie agli interventi di esponenti illustri e addetti ai lavori.
Perché, benché la passione per i libri muova ancora un cospicuo numero di visitatori, il mercato dell’editoria rimane difficile da decifrare. Secondo l’AIE, l’Associazione Italiana Editori, nel 2018 il libro italiano si conferma la prima industria culturale del Paese e la quarta in Europa. Inserendo il dato nazionale all’interno del rallentamento dell’economia italiana stessa, l’editoria segna un -0,4% di fatturato, dopo un felice +5,8% nel 2017.
La libreria resta il canale di vendita privilegiato dai lettori e dai giovani, intercettando il 69% degli acquirenti nel 2018. Cresce il peso delle librerie online, che rappresentano il 24% degli acquisti di libri. La grande distribuzione copre il 7% delle vendite. Cresce anche il mercato e-book, che ha raggiunto quota 67 milioni di euro.
E se, sempre secondo l’AIE, nel 2018 sono il 65,4% gli italiani ad aver letto almeno un libro nell’ultimo anno, quanti di questi sono affezionati lettori della cultura finanziaria? Difficile a dirlo, anche perché secondo i dati della ricerca i gusti di lettura continuano ad articolarsi, grazie anche alla sempre maggior offerta di titoli delle case editrici.
Ma per orientarsi all’interno del mare magnum librario basta conoscere le linee editoriali delle case editrici. Senza dubbio, un po’ per associazioni di idee, un po’ per assonanze, Altreconomia è la prima casa editrice da consultare per cercare ottimi titoli finanziari all’interno del suo catalogo. Laboratorio giornalistico di grande spessore, divulga le nuove frontiere di sostenibility e green economy grazie anche all’omonimo magazine mensile. Il catalogo di Altreconomia si divide in quattro collane: saggi, io lo so fare, guide, fuori collana. All’interno delle quali è possibile trovare titoli interessanti, come “L’Economia è Cura” di Ina Praetorius o “L’Economia in Classe” di Duccio Facchini che racconta il metodo giusto per insegnare alle nuove generazione la cultura della finanza.
Sarebbe bene dare un’occhiata anche alle case editrici delle Università, che oltre a distribuire i canonici libri accademici d’adozione, si occupano di una distribuzione più larga attraverso le librerie. Solitamente i titoli di queste case editrici partono da un sostrato di conoscenze economiche, arricchendo le basi finanziarie con analisi sociologiche o politiche. Come nel caso de “La Scienza Inutile” di Francesco Saraceno per la Luiss University Press, insignito al Premio Economia di Trento. Per la stessa casa editrice da annotare: “Il Mondo Rinnovabile” di Valeria Termini, “Ingiustizia Globale” di Branko Milanovic e “America 2030” di Jeffrey Sachs.
Infine, affidarsi ad una grande casa editrice non è poi una cattiva idea, come Adelphi o Hoepli che in maniera diversificata ma minuziosa si occupano di saggistica anche economica. I folti cataloghi permetterebbero una maggiore scelta. A patto d’aver pazienza e di basare la propria ricerca sulla conoscenza delle linee editoriali di ognuna.